A touch of zen, capolavoro di King Hu (Hu Jinquan, 1932-1997), conosciuto in Italia
anche col titolo di La fanciulla cavaliere errante (titolo che traduce l’originale cinese
Xianü) nel 2015 è stato omaggiato proprio in quello stesso Festival di Cannes in cui,
esattamente 40 anni prima, si era imposto come opera cinematografica di una bellezza
unica, vincendo il Gran Premio della Commissione Tecnica Superiore e diventando così
il primo film in lingua cinese mai premiato al Festival di Cannes e il primo wuxia ad aver
vinto un premio cinematografico internazionale. L’apparizione a Cannes nel 1975, a ben
sette anni di distanza dal primo ciak e a quattro dall’uscita nelle sale, fu del tutto
inaspettata e costrinse anche il pubblico di Taiwan e Hong Kong, dove il film non aveva
riportato un buon esito al botteghino (nella Cina maoista gli wuxia erano invece proibiti),
a rivedere il proprio giudizio. Maestro del cinema di arti marziali, King Hu, cinese di
nascita, hongkonghese di formazione ed emigrato a Taiwan per continuare a produrre i
propri film, non fu solo regista e sceneggiatore ma anche attore e scenografo: un artista a
tutto tondo oltre che un appassionato studioso della cultura tradizionale cinese dalla quale
ha spesso attinto per realizzare i suoi capolavori.
Wuxia pian è un termine ormai entrato a far parte del gergo comune dei cinefili, ma è
privo di una traduzione in italiano che ne renda perfettamente il senso. Per semplificare lo
si potrebbe definire “cinema di cappa e spada”, anche se questa espressione non
rispecchia pienamente l’originale. Ambientati in una Cina precedente all'arrivo della
polvere da sparo, i film wuxia sono caratterizzati da una figura di protagonista errante e
individualista, che segue un proprio codice d’onore nel rispetto delle principali virtù
confuciane e mal tollera l'autorità costituita, che spesso anzi rappresenta l’antagonista
principale.
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A touch of zen presenta la storia in gran parte dal punto di vista del protagonista
maschile - Ku - uno studioso privo di fortuna che si guadagna da vivere dipingendo
panorami e ritratti e che un giorno scopre che in un tempio in rovina vicino alla sua
capanna s’è appena trasferita una giovane ragazza con la madre. Si tratta di Yang, che si è
rifugiata lì per trovare l’occasione di vendicare la morte del padre, un ministro onesto,
ucciso da un suo collega corrotto. Nel film la classica trama in cui un uomo forte
protegge una donna debole è ribaltata, dato che l’esperta di arti marziali è Yang. Ku è
comunque d’aiuto e fa credere alle guardie del ministro corrotto, venute a ucciderla, che il
tempio sia abitato dai fantasmi, riuscendo così a sconfiggerle. Dopo questa prima parte il
film ne ha una seconda, ricca di combattimenti (tra cui la celebre scena del duello nella
foresta di bambù), e poi ancora una terza in cui l’intervento dei monaci buddisti porta il
film su un piano religioso e mistico.
Il tutto si articola tra innovazioni visive che rendono unico il film: ad esempio il fumo
usato per indicare lo spazio lasciato in bianco nella pittura cinese, i suoni e i movimenti
dell’opera di Pechino adoperati nella coreografia dei duelli, la ripresa dei monaci in
controluce per indicare un loro aspetto divino, l’uso di fili e cavi per dare l’idea che i
personaggi saltino su steli d’erba e raggiungano la cima dei bambù come se fossero privi
di peso (cosa che sarà ripresa ne La tigre e il dragone di Ang Lee). A touch of zen non è
quindi un semplice wuxia e lo stesso uso di questo termine per classificarlo risulta in
realtà molto limitativo. Con la sua forza visiva anzi, il film passerà come un ciclone su
questo genere, rinnovandolo completamente e dandogli nuove regole.
【題組】76 Scegli la risposta giusta. A touch of zen inizialmente
(A) non era stato apprezzato dal pubblico orientale.
(B) aveva avuto successo solo in Cina.
(C) era stato amato dal pubblico orientale.
(D) non era uscito in oriente.